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Salvaguardare il nostro pianeta e preservare le generazioni future

Salvaguardare il nostro pianeta e preservare le generazioni future

Il primo settembre è stata celebrata la Giornata Mondiale per la salvaguardia del Creato: “Coltivare e custodire il creato è un’indicazione di Dio data non solo all’inizio della storia, ma a ciascuno di noi; è parte del suo progetto; vuol dire far crescere il mondo con responsabilità, trasformarlo perché sia un giardino, un luogo abitabile per tutti”… “Non c’è un futuro buono per l’umanità sulla terra, se non ci educhiamo tutti ad uno stile di vita più responsabile nei confronti del creato”. Queste affermazioni di Papa Francesco pongono l’accento su un problema serio che riguarda l’umanità intera e ciascuno di noi: la salvaguardia del creato.

Tra le grandi sfide, infatti, che incombono sul futuro dell’umanità, con complicazioni economiche e sociali che condizioneranno il progresso stesso, vi è quella del rapporto dell’uomo con l’ambiente naturale che lo circonda.

Le prime pagine della Bibbia ci dicono che l’universo è stato creato da Dio. Dio ha creato il cielo, la terra, il mare e quanto contengono. Alla fine ha creato l’uomo e la donna, affidando l’intero creato alle loro cure. Nella visione della Bibbia, l’uomo è il re del creato, col compito di custodirlo, coltivarlo e, pertanto, di valorizzarlo.

S’impone l’urgenza di intervenire su questo problema; i segnali di allarme sono moltissimi e indiscutibili: la siccità, le temperature record (in ogni stagione, ma pensiamo in particolare all’ultima estate da record con il luglio più caldo di sempre), le devastazioni in Germania ufficialmente attribuite ai cambiamenti climatici. Sono solo alcune delle manifestazioni, insieme alla tristemente famosa fusione dei ghiacciai, che dovrebbero indurci ad avere fretta di agire. Il tempo a disposizione non è tanto!

INSIEME: Questo impegno al cambiamento deve essere attuato da tutti, ciascuno con la propria specificità. «Le organizzazioni mondiali e i singoli Stati, le aziende e i consumatori, i ricchi e i poveri, gli imprenditori e i lavoratori, le nuove e vecchie generazioni, le Chiese cristiane e le Confessioni religiose… Ciascuno deve sentirsi coinvolto in un progetto comune, perché avvertiamo come fallimentare l’idea che la società possa migliorare attraverso l’esclusiva ricerca dell’interesse individuale o di gruppo» (messaggio della Conferenza Episcopale Italiana per il 1° settembre 2021). D’altro canto, non ci possono essere tentennamenti dovuti a calcoli speculativi come: «Se non lo fanno tutti, non serve a nulla». Invece, l’azione del singolo è molto importante. Dobbiamo impegnarci il più possibile, trasmettere buone pratiche in famiglia, a scuola, nelle aziende, fino alla gestione statale, in modo da trascinarci e convincerci gli uni gli altri.

Il problema ecologico oggi ha assunto forme e dimensioni che diventeranno drammatiche, se non si corre ai ripari. Per uscire dalla crisi ecologica nella quale l’intera famiglia umana si dibatte, bisogna incominciare a vedere nel creato qualche cosa di più di una semplice fonte di ricchezza e di sfruttamento nelle mani dell’uomo. Nell’Enciclica “Caritas in veritate” il Papa afferma che “la natura è espressione di un disegno d’amore e di verità” che ci precede e che Dio ci ha donato come ambiente di vita (n.48). E non si deve dimenticare soprattutto che Dio ha destinato la terra e quanto essa contiene o la circonda all’uso di tutti gli uomini e di tutti i popoli: del presente e del futuro.

Il problema della custodia e del rispetto del creato riguarda non solo chi ha responsabilità nella società, ma tutti. La necessità di un’educazione al rispetto della natura e di prevenzione di ciò che ne turba gli equilibri, rimane un impegno di tutti e deve essere ispirato in particolare da tre elementi:

– un senso di sobrietà che ci fa cercare un progresso e uno sviluppo sostenibili;

– un senso di responsabilità che ci porti a cambiare certi stili di vita;

– soprattutto uno spirito di solidarietà, cioè da uno stile di vita diverso da quello tipico della società dei consumi.

Auguro a tutti un Natale vissuto nella fede e nel calore della famiglia, invocando il Bambino Gesù che ci porti pace e desiderio di collaborare con Lui nel rispetto del creato e nell’impegno di migliorarlo!

P. RAFFAELE MANDOLESI